Only virtual in the web (Parole reali nella rete)

LA COSTRUZIONE DI UN SEGNO


È come se fosse ritagliato su quel foglio

È quasi scolpito a punta di scalpello

Come se fosse scritto con il mio stesso sangue
reo di scorrere ancora, reo di pulsare ostentatamente

Disegni di morbide carni scrivono come vene impazzite

Il mio destino che non è… quel che è

Gioca con le luci e con le ombre, sperimentando variazioni ignote ancora
di respirare spasmi di vivida evanescenza stuprata al sole

Succhio la vita come posso, attaccato alla fetida mammella del teatrante

Eppure sono solo segni costretti in due dimensioni mie… segni fritti e rifritti,
costretti nella gabbia del mio cranio fottuto, ad affogare in cerca della terra;
evanescenza.

Destri, i segni miei che non capisco né mi interessano

Perché navigano lungo il flusso della mia coscienza, vaga e irripetibile

Destri come funamboli ubriachi

Decordinati messaggi topografici indicano le vie per la perdita dell’orizzonte

Come se fosse l’eldorado, come se fosse il mio dove, come…
come se fossi solo nel disordine sconfinato che si prostra ai miei piedi

Mondo rinchiuso in un cartone viola e colore di lusso

Viola come la vita di un qualsiasi morente… viola è!

Viola è vivere la vita in dissolvenza come immagine finale di un film in bianco e nero

Ancora nervosamente a tratti si spegne e si riaccende
come quel ricordo di lucciole impalate a stecchini strutturali

Così è la mia voglia di tracciare un segno anche lieve ed effimero su dei fogli che i miei progenitori bruceranno.
Cusanno, Fiorini, Aloia